Municipio (Palazzo Sacrati)

Indirizzo Via Emilia Est, 5, 42048 Rubiera RE, Italia
Orari di apertura

giorni feriali 08:30 - 13:00
Martedì 15:00 - 18:00
chiusura settimanale Domenica
apertura annuale

Il luogo in cui il fiume Secchia incontra la pianura (curva di livello a 50 m s.l.m.) costituì, fin dal Neolitico, un passaggio obbligato, sia per chi scendeva l’Appennino seguendo la via tracciata dal fiume, sia per chi percorreva la pianura, divenendo così zona di stanziamenti prima occasionali, poi permanenti.
Questi primi nuclei abitativi furono l’origine del nostro paese

Dai numerosi e importanti ritrovamenti archeologici si può confermare l’esistenza di accampamenti neolitici, di stanziamenti etruschi comprovati dal ritrovamento dei cippi con i grifoni (ora ai Musei civici di Reggio Emilia) che rivaluta l’ipotesi dell’esistenza di una dodecapoli etrusca in terra padana e di insediamenti romani, come ci testimoniano due pozzi, una tomba a tamburo e la lapide commemorativa della ricostruzone dell’antico ponte romano sulla Via Emilia del III secolo d.c. (ora presso il Museo lapidario di Modena).
Il Secchia rappresentò sempre il filo conduttore della storia di Rubiera.
Nell’Alto Medioevo le invasioni barbariche e le rovinose piene del Secchia contribuirono a distruggere le povere abitazioni e a trasformare il paesaggio circostante in paludi e acquitrini, rendendo la zona poco adatta a grossi insediamenti.
Dopo il Mille il territorio rubierese divenne feudo dei Canossa che lo tennero fino alla morte di Matilde nel 1115.
Nel XIII secolo fu ancora la presenza del fiume Secchia a determinare il sorgere del paese e ad aumentare il complesso abitativo. Nel 1200 il Comune di Reggio, per salvaguardare l’utilizzo delle acque del Secchia, minacciato dai Modenesi, fece costruire il castrum (castello fortificato) a Rubiera per opporlo ai nemici confinanti. Per ragioni soprattutto belliche riprese il passaggio sulla Via Emilia,  gli scambi e i commerci e Rubiera assunse così una certa importanza strategica. Il centro abitato, rimanendo zona di confine tra i comuni di Reggio e Modena, e quindi teatro di frequenti scontri, non tendeva ad aumentare e fu per questo che i Reggiani offrirono l’esenzione dai tributi a chi risiedeva nel borgo fortificato.
Rubiera divenne allora un libero comune, con elezione dei propri rappresentanti, ma rimase sotto la tutela del comune di Reggio. Il paese seguì le vicende storiche del periodo e fu coinvolto nella lotta fra Guelfi e Ghibellini fino al 1351 quando la famiglia Boiardo, grazie all’alleanza con gli Estensi, se ne impossessò. In seguito nel 1423 Nicolò III d’Este, data la grande importanza strategica della fortezza, volle alle sue dirette dipendenze il territorio rubierese, ma pochi anni dopo nel 1433 investì dei beni dell’ospizio e della Chiesa di S. Maria di Cà di Ponte il Marchese Sacrati che, prendendone possesso, si stabilì a Rubiera nel 1438, dove fece costruire il suo palazzo gentilizio, ora sede del Municipio.
Il dominio sui territori del paese, salvo la breve interruzione del potere pontificio (1512-1523), rimase saldamente in mano agli Estensi. Nel XVIII secolo la popolazione residente era di 800 unità e non erano avvenuti mutamenti urbanistici importanti, per cui il paese si presentava chiuso e ben difeso. Grande scompiglio arrecò l’arrivo delle truppe francesi nel 1799 che assediarono e saccheggiarono il borgo, incendiando anche l’archivio comunale. Nel 1815, con la Restaurazione e con il ritorno degli Estensi a Modena, anche il paese ritornò sotto il loro dominio. I fermenti liberali e carbonari interessarono anche Rubiera, nel cui Forte, trasformato da Francesco IV in prigione, fu condannato e giustiziato Don Giuseppe Andreoli, reo di essere affiliato alla Carboneria. Durante il Risorgimento il paese seguì le vicende delle città vicine, votando l’annessione, partecipando con alcuni rubieresi alla spedizione dei Mille e nel 1861 venendo a fare parte del Regno d’Italia.

ORIGINE DEL TOPONIMO
X    secolo Herberia dal latino herba.
XIII secolo Robiera.
XV  secolo Ribera o Rubiera.

Interessante la versione fornita da L. Patroncini, presidente della Società Reggiana d’Archeologia, che ipotizza un’origine celtica: il suffisso ER = in mezzo, BERIA = pianura, per cui HERBERIA = in mezzo alla pianura.

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